IN PREGHIERA

"Imparare a vivere i momenti di crisi"

 

CARISSIME SORELLE:

eccovi un invito a vivere insieme una sosta di preghiera in qualunque luogo della nostra grande Diocesi ci troviamo.
Le nostre Sorelle Monache Visitandine hanno preparato per domani sera I° giovedi del mese, “un’ora di preghiera”.
Sentiamoci in comunione profonda in un periodo di sofferenza e di dura prova a livello personale, per le nostre Comunità e per tanti fratelli sparsi nel mondo. La supplica orante, se fatta con fede e con cuore, siamo certe, arriverà al Padre.

 Per fine maggio/primi di giugno, auspichiamo di poter celebrare una S. Messa di ringraziamento per il XV anniversario di episcopato del Nostro Vescovo. In tale occasione, gli consegneremo la somma di denaro raccolta tra i Consacrati e che sarà destinata alla carità. Vi verrà comunicato per tempo la data. Ringrazio vivamente le Comunità che hanno aderito a tale iniziativa e hanno fatto pervenire la loro offerta al delegato p. Gabriele oppure a me. E’ bello essere insieme anche nel dono! Un dono per il Pastore di questa nostra Chiesa.

 Ho sentito oggi padre Michele, cappellano del carcere, mi ha detto che dobbiamo aspettare le nuove direttive dal Ministero della Giustizia e del Direttore del Carcere del Bassone per sapere quando, finalmente, potremo ricominciare la nostra presenza. Intanto, vi comunico la cosa più bella: fino ad oggi, nessun contagio da coronavirus tra i detenuti! Sono certa che la preghiera sta facendo da “scudo” a questo insidioso virus! Per favore, continuiamo a sostenere i fratelli e le sorelle del Bassone “portandoli” all’altare del Signore.

Come sapete, appena potremo tornare da loro, provvederemo alla consegna dei prodotti per l’igiene ecc. già raccolti e di altri che vi diremo come farli pervenire.

Mi piace allegare a questo messaggio anche la parola del Papa che penso parecchie di noi stanno “gustando” al mattino seguendo la S. Messa celebrata in S. Marta.
Papa Francesco ci indica come “imparare a vivere i momenti di crisi”, momenti di fatica – l’attuale …. – rimanendo saldi nella fede. Chiediamo l’una per l’altra questa grazia allo Spirito sempre pronto a intercedere e a soccorrere la nostra debolezza.

Con le Sorelle del Consiglio Vi saluto con affetto.
suor Franca

6 maggio 2020

 

 

 

OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO Sabato, 2 maggio 2020

“Imparare a vivere i momenti di crisi” La prima Lettura inizia:

 

«In quei giorni la Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa: si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo, cresceva in numero» (At 9,31). Tempo di pace. E la Chiesa cresce. La Chiesa è tranquilla, ha il conforto dello Spirito Santo, è in consolazione. I tempi belli… Segue la guarigione di Enea, poi Pietro risuscita Gazzella, Tabità… cose che si fanno in pace. Ma ci sono dei tempi non di pace, nella Chiesa primitiva: tempi di persecuzioni, tempi difficili, tempi che mettono in crisi i credenti. Tempi di crisi. E’ un tempo di crisi è quello che ci racconta oggi il Vangelo di Giovanni.

Questo passo del Vangelo è la fine di tutta una sequela che incominciò con la moltiplicazione dei pani, quando volevano fare re Gesù, Gesù va a pregare, loro il giorno dopo non lo trovano, vanno a cercarlo, e Gesù li rimprovera che lo cercano perché dia da mangiare e non per le parole di vita eterna…E tutta quella storia finisce qui. Loro dicono: “Dacci di questo pane”, e Gesù spiega che il pane che darà è il proprio corpo e il proprio sangue.

«In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo avere ascoltato dissero: “Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?”» (Gv 6,60). Gesù aveva detto che chi non avesse mangiato il suo corpo e il suo sangue non avrebbe avuto la vita eterna. Gesù, anche diceva: “Se voi mangiate il mio corpo e il mio sangue, risusciterete nell’ultimo giorno” (cfr v. 54). Queste le cose che diceva Gesù: «Questa parola è dura!» (v. 60). E’ troppo dura. “Qualcosa qui non funziona. Quest’uomo è andato oltre i limiti”. E questo è un momento di crisi.

C’erano momenti di pace e momenti di crisi. Gesù sapeva che i discepoli mormoravano: qui c’è una distinzione tra i discepoli e gli apostoli. I discepoli erano quei 72 o più, gli apostoli erano i Dodici. «Gesù infatti sapeva fin dal principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito» (Gv 6,64). E davanti a questa crisi, ricorda loro: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me se non gli è concesso dal Padre». (v. 65). Riprende a parlare di quell’essere attirati dal Padre”: il Padre ci attira a Gesù. E questo è come si risolve la crisi.

E da quel momento, molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Presero le distanze. “Quest’uomo è un po’ pericoloso, un po’… Ma queste dottrine… Sì, è un uomo buono, predica e guarisce, ma quando arriva a queste cose strane… Per favore, andiamocene” (cfr v. 66). E lo stesso hanno fatto i discepoli di Emmaus, la mattina della risurrezione: “Ah, sì, una cosa strana: le donne che dicono che il sepolcro…”
(cfr Lc 24,22-24). “Ma questo puzza”, dicevano, “andiamocene presto perché verranno i soldati e ci crocifiggeranno”. Lo stesso hanno fatto i soldati che custodivano il sepolcro: avevano visto la verità, ma poi hanno preferito vendere il loro segreto e “stiamo sicuri: non ci mettiamo in queste storie, che sono pericolose” (cfr Mt 28,11-15).

Un momento di crisi è un momento di scelta, è un momento che ci mette davanti alle decisioni che dobbiamo prendere: tutti, nella vita, abbiamo avuto e avremo momenti di crisi. Crisi familiari, crisi matrimoniali, crisi sociali, crisi nel lavoro, tante crisi… Anche questa pandemia è un momento di crisi sociale.

Come reagire in quel momento di crisi?

«In quel momento, molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andarono più con lui» (v. 66). Gesù prende la decisione di interrogare gli apostoli: «Disse allora Gesù ai Dodici: ”Volete andarvene anche voi? ”» (v. 67). Prendete una decisione. E Pietro fa la seconda confessione: «Gli rispose Simon Pietro: ”Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e abbiamo creduto e conosciuto che Tu sei il Santo di Dio”» (vv. 68-69). Pietro confessa, a nome dei Dodici, che Gesù è il Santo di Dio, il Figlio di Dio. La prima confessione – “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivo”– e subito dopo, quando Gesù incominciò a spiegare la passione che sarebbe venuta, lui lo ferma: “No, no, Signore, questo no!”, e Gesù lo rimprovera (cfr Mt 16,16-23). Ma Pietro è maturato un po’ e qui non rimprovera. Non capisce quello che Gesù dice, questo “mangiare la carne, bere il sangue” (cfr 6,54-56): non capisce. Ma si fida del Maestro. Si fida. E fa questa seconda confessione: “Ma da chi andremo, per favore, Tu hai parole di vita eterna” (cfr v. 68).

Questo aiuta, tutti noi, a vivere i momenti di crisi.

Nella mia terra c’è un detto che dice: “Quando tu vai a cavallo e devi attraversare un fiume, per favore, non cambiare cavallo in mezzo al fiume”. Nei momenti di crisi, essere molto fermi nella convinzione della fede. Questi che se ne sono andati, “hanno cambiato cavallo”, hanno cercato un altro maestro che non fosse così duro, come dicevano a lui.

Nel momento di crisi c’è la perseveranza, il silenzio; rimanere dove siamo, fermi. Non è il momento di fare dei cambiamenti. È il momento della fedeltà, della fedeltà a Dio, della fedeltà alle decisioni che noi abbiamo preso da prima; anche, è il momento della conversione perché questa fedeltà sì, ci ispirerà qualche cambiamento per il bene, non per allontanarci dal bene.

Momenti di pace e momenti di crisi. Noi cristiani dobbiamo imparare a gestire ambedue. Ambedue. Qualche padre spirituale dice che il momento di crisi è come passare per il fuoco per diventare forti.

Che il Signore ci invii lo Spirito Santo per saper resistere alle tentazioni nei momenti di crisi, per sapere essere fedeli alle prime parole, con la speranza di vivere dopo i momenti di pace.

Pensiamo alle nostre crisi: le crisi di famiglia, le crisi del quartiere, le crisi nel lavoro, le crisi sociali del mondo, del Paese … tante crisi, tante crisi. Che il Signore ci dia la forza – nei momenti di crisi – di non vendere la fede.