XXVI Giornata Mondiale della Vita Consacrata

Saper desiderare e attendere con pazienza

Nel nostro tempo il divino non è più un’ovvietà.

Molti sono arrivati a chiamare la situazione spirituale – religiosa della nostra epoca come “silenzio di Dio”, sia come proclamazione della “morte di Dio”, sia come affermazione legittimata dell’uomo moderno, per il quale Dio diviene un’ipotesi inutile.

Altri invece – ecco allora il significato di una giornata mondiale della vita consacrata – vedono nella stessa “morte di Dio” e nel suo silenzio, intesi come Suo nascondimento nel mondo, non la notte della negazione ateistica, ma il configurarsi dell’avventura spirituale – religiosa moderna che, attraverso una logica misteriosa della fede, è capace di leggere il mistero del mondo, usando quel linguaggio che è capace di guardare e dare forma alla storia umana.

Può essere affidato alla vita consacrata in tutti i suoi aspetti il compito di indicare la mediazione concreta tra l’Eterno e il tempo, tra l’Assoluto e il relativo? La vita consacrata non può sottrarsi a questo compito ed è necessario la sottolineatura di due aspetti.

“Saper desiderare”: Dio ci ha fatti così impastati di desiderio. Il cammino della vita e della fede hanno bisogno di desiderio. Ma noi non siamo da troppo tempo bloccati, parcheggiati dentro una religione convenzionale, esteriore, formale, che non scalda più il cuore e non cambia la vita? Le nostre parole sono forse “lingua morta” che parla solo di se stessa e a se stessa, questo è un grosso pericolo della vita consacrata? Ci siamo fissati sui bisogni, ci troviamo nella bulimia di comunità che hanno tutto e spesso non sentono più niente nel cuore. Persone chiuse, comunità chiuse, vescovi chiusi, preti chiusi, consacrati chiusi; perché la mancanza di desiderio porta alla tristezza, all’indifferenza, alla chiusura. (Che bastonata ragazzi!). “Omelia Papa Francesco Epifania 2022”. Abbiamo invece bisogno di vita e di persone consacrate dotate di una sensibilità interiore, che le rende capaci di udire e vedere i deboli segnali che Dio manda nel mondo e che in questo modo rompono la dittatura della consuetudine. Il vero compito della vita consacrata sarebbe quello di lavorare insieme per la venuta del “regno”, ognuno con la propria identità, collaborando per un mondo in cui siano decisivi la pace, la giustizia e il rispetto della creazione; e questo “regno” dovrebbe essere realizzato come approdo della storia, sapendo che a partire da Gesù entra gioia nelle nostre tribolazioni. “Dal Libro Gesù di Nazareth di Benedetto XVI”.

“Attendere con pazienza”: camminare con pazienza significa non lasciarsi logorare dallo scorrere del tempo. Oppure il nostro cuore è agitato e impaziente? Le relazioni umane, specialmente quando si tratta di condividere un progetto di vita e un’attività apostolica, non sono sempre pacifiche, lo sappiamo tutti. Non lasciamoci confondere dalle tempeste che provochiamo con le nostre stesse lamentele di carattere comunitario: “ah, il superiore, la superiora… ah, quel confratello, quella consorella…” o di carattere generale: “viviamo in tempi difficili…il mondo non ci ascolta più…non abbiamo più vocazioni…dobbiamo chiudere la baracca…”. Non lamentiamoci per le cose che non vanno, ma chiediamo al Signore e a Maria di essere fra coloro che intonano il lamento di colui che attende con pazienza la luce nell’oscurità della notte e, anche se tarda ad arrivare, coltivare la speranza che tutto si realizzerà anche dentro le infedeltà e le rovine del mondo e nostre.

Ci ricorda Diadoco di Fotice: “quando il mare è agitato, non si vedono i pesci, ma quando il mare è calmo si possono vedere”. “Messaggio di Papa Francesco nella XXV Giornata Mondiale della Vita Consacrata”

Prepariamoci allora con desiderio e con viva speranza a vivere la XXVI Giornata Mondiale della Vita Consacrata che si celebrerà con la S. Messa il 29 Gennaio alle 10.30 nella Collegiata a Sondrio e il 2 Febbraio alle 17.00 in Cattedrale a Como; la presenza di Sua Eccellenza Mons. Oscar Cantoni, Vescovo di Como, come ogni anno, con sincera paternità ci inviterà a non scoraggiarci e a prendere in mano il compito che ci è stato affidato con nuovo slancio ed entusiasmo.

P. Enrico Corti