N° 1

VERBALE INCONTRO INTER VICARIALE 04/04/2018

INCONTRO INTERVICARIALE: Como, Monte Olimpino, Rebbio, Lipomo
MERCOLEDI 4 APRILE ore 14.30
presso Casa Missionari Saveriani (Tavernerio)
Via Urago, 15 – Tel 031 426007
VERBALE n° 1

 

Sono presenti:

Vicariato di Como
– don Gianluigi Bollini, Vicario Foraneo

Collaboratori:
– mons. Flavio Feroldi, arciprete del Duomo
– don Andrea Messaggi, Direttore Ufficio per la Pastorale della Scuola e dell’Università

Vicariato di Monte Olimpino
– don Emanuele Corti, Vicario Foraneo

Vicariato di Rebbio
– don Marco Pessina, Vicario Foraneo

Vicariato di Lipomo
– don Alfonso Rossi, Vicario Foraneo

Delegato per la Vita Consacrata e Superiore della Comunità Saveriana di Tavernerio
– padre Luigi Zucchinelli, saveriano

Segretaria USMI:
– suor Franca Vendramin, Figlia S. Maria della Provvidenza (guanelliana)

Segretario CISM e Direttore delle attività della Casa Divina Provvidenza di Como
– don Davide Patuelli, Servo della Carità (guanelliano)

Nei 4 Vicariati ci sono n° 44 Comunità Religiose.

Sono presenti le Superiore e i Superiori:
1. Suor Romana Grisetti (Comunità Figlie della Presentazione, Como)
2. Suor Giglia Tassis (Comunità Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli, Como)
3. Suor Anna Lorusso (Comunità Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli, Como)
4. Suor Bruna Barolo (Comunità Suore Guanelliane “S. Marcellina”, Como)
5. Suor Giusy Garcia Ruiz (Comunità Figlie di M. Immacolata della Consolazione, Como)
6. Suor Stellanna Vaccari (Comunità Figlie di S. Giuseppe di Rivalba, Como)
7. Suor Virginia Borelli (Comunità Figlie di S. Paolo, Como)
8. Suor M. Lucia Sposetti (Comunità Ancelle di Gesù Crocifisso, Como)
9. Suor Marilena Beretta (Comunità Suore di S. Giuseppe dell’Apparizione, Como)
10. Suor Marina Sana, (Comunità Figlie della Carità Canossiane, Monte Olimpino)
11. Suor Maria Galeaz (Comunità Suore Maestre di S. Dorotea, Monte Olimpino)
12. Padre Giorgio Aldegheri (Comunità Missionari Comboniani, Rebbio)
13. Padre Francesco Gonella (Comunità Padri Vincenziani, Como)
14. Don Remigio Oprandi (Comunità Servi della Carità, Lora)

Ordine del giorno

– Presentazione dei Vicari Foranei: loro conoscenza, attese e proposte …
– Breve presentazione delle nostre Comunità: quale presenza; quali servizi concreti si svolgono nei Vicariati; problematiche; difficoltà e “desiderata”…
(Si chiede di non soffermarsi sul carisma bensì sulla missione in cui si è impegnati)
– Conclusioni: proposte e orientamenti condivisi per il futuro.
(Odg. desunto dalla Lettera di convocazione, 19.03.2018; cfr. Allegato n°1)
L’incontro ha inizio con l’invocazione allo Spirito Santo: “Il piccolo Credo” composto dal Vescovo Oscar diviene la nostra preghiera. Padre Luigi Zucchinelli porge un saluto di benvenuto ai partecipanti e illustra i vari punti dell’Odg. Evidenzia in particolare: questo convenire è importante sia per una reciproca conoscenza sia soprattutto per una presa di coscienza sempre maggiore della “corresponsabilità” a cui siamo chiamati, ciascuno secondo la propria vocazione, per edificare l’unica Chiesa di cui facciamo parte; la presenza numerosa di Comunità Religiose sul territorio di questi 4 Vicariati, è indubbiamente una grande “potenza” da valorizzare nello stile della sinodalità e della comunione.
Don G. Luigi Bollini, nuovo Vicario Foraneo, prende la parola per illustrare il mandato che gli è stato affidato dal Vescovo insieme a due “stretti” collaboratori (mons. Flavio Feroldi e don Andrea Messaggi), le rispettive competenze e alcuni orientamenti per vivere sempre più in sintonia di intenti e di azione. In sintesi: Don G. Luigi deve avere un’attenzione particolare per i sacerdoti/i consacrati/le parrocchie; Don Andrea presiede e coordina il Consiglio Pastorale Vicariale; Don Flavio deve curare il rapporto con le istituzioni civili della città/coordinare le varie celebrazioni/le attività culturali.
Attualmente, si incontrano una volta la settimana per sviluppare tale coordinamento; da tutto ciò si deduce come sia cambiata la presenza dell’équipe del Vicario Foraneo di Como: esige di essere vissuta in termini più collegiali in un’esperienza nuova, tutta da sperimentare. Don G. Luigi condivide quanto già detto da padre Zucchinelli: l’ incontro odierno di conoscenza reciproca è significativo proprio perché dalla “collaborazione” si passi alla “corresponsabilità” con i Consacrati. Comunica la proposta del Vescovo Oscar che consiste nel “guardare” ai Vicariati, ma contemporaneamente anche alla città perchè vi sono proposte che uniscono le Parrocchie appartenenti al Comune di Como. Alcune esemplificazioni: il tentativo della Caritas cittadina come risposta delle Parrocchie della città, alle varie forme di povertà emergenti; l’impegno della Pastorale giovanile di riorganizzarsi meglio e sempre a livello di città ecc. Questi impulsi hanno fatto percepire al Vescovo l’opportunità di ri-pensare e di ri-costituire “qualcosa di più unitario” per la città stessa. Senza dubbio, si tratta di una realtà complessa e impegnativa, ma indispensabile per una pastorale e una evangelizzazione più feconda e profetica. La prima proposta, scaturita dalla suddetta riflessione, è stato il coordinamento tra i Vicariati che “guardano” sulla città perché si condividano delle linee comuni, pur mantenendo la propria autonomia. In tal senso, ci sarà la revisione dei confini dei Vicariati che il Vescovo vorrebbe sancire con un decreto entro la fine della prossima estate.
Nei 4 Vicariati limitrofi, l’obiettivo fondamentale rimane il coordinamento, la collaborazione tra le Parrocchie che rimangono il punto centrale. “Le Parrocchie – esorta don G. Luigi – vivano la loro presenza sulla città mettendo in moto tutta la propria vitalità proprio perché la Parrocchia è e rimane, il punto di riferimento imprescindibile, irrinunciabile di tutta la pastorale dunque occorre aiutare le Parrocchie stesse a ritrovare un nuovo impulso e ad esprimere vitalità nel territorio”.

“Che cosa si chiede a voi Consacrati?”. A questo interrogativo, il Vicario foraneo delinea due prospettive:
1. La presenza delle Comunità di Consacrati non è una presenza in vista di una collaborazione con le Parrocchie, col Vicariato: è troppo poco! E’ una presenza che va concepita nell’ottica della corresponsabilità quindi come coordinarci? Come diventare maggiormente corresponsabili della fede nella vita della città? Il servizio che già svolgiamo, come potrebbe essere autentica corresponsabilità per la vita cristiana della città?
2. E’ indispensabile capire “come” stiamo vivendo: cosa vediamo concretamente nel Vicariato? Che cosa riteniamo più opportuno proporre, dal nostro punto di vista, per crescere insieme nella Chiesa locale di cui tutti siamo membra vive?

Padre Luigi Zucchinelli interviene e in qualità di Delegato della Vita Consacrata in Diocesi, espone i tratti salienti del percorso che si sta facendo, a partire soprattutto dall’Assemblea della VC con il Vescovo del 2 settembre u.s. a Nuova Olonio.
Gli obiettivi principali sono: 1. Maggiore conoscenza tra di noi Consacrati; 2. Curare l’inserimento dei Consacrati nella Chiesa Locale: la presenza nei Consigli Pastorali dei Vicariati e nei vari organismi di comunione; 3. Porgere attenzione agli insegnamenti del Nostro Vescovo per camminare con la Chiesa.
Ne sono nate delle concretizzazioni: la visita fraterna nelle Comunità Religiose in cui si cerca di mantenere vivi questi orientamenti; gli incontri periodici delle 3 Segreterie CIIS CISM USMI; l’annuncio-testimonianza delle varie forme di vita consacrata tramite i mass media. Ad esempio: è in atto la pubblicazione su “Il Settimanale” di Istituti/Congregazioni/Associazioni di VC (a cura dei due segretari CISM e USMI don Davide Patuelli e suor Franca Vendramin); è stato chiesto l’inserimento della voce “Vita Consacrata” nel nuovo sito diocesano che verrà presentato il prossimo 9 aprile. Si ribadisce anche l’importanza di essere abbonati a “Il Settimanale” per un costante aggiornamento sulla vita della Chiesa locale. Riguardo la collaborazione nei Vicariati: è stata inviata una lettera a tutti i Vicari chiedendo di verificare la presenza dei Consacrati nel Consiglio Vicariale e si sono avute già parecchie risposte incoraggianti.
Altri significativi esempi. Nel Consiglio Pastorale Diocesano: la presenza di un Religioso e di due Religiose appartenenti a due zone territoriali diverse della Diocesi; nel Consiglio Vicariale cittadino e nei Consigli Vicariali di Monte Olimpino, Lipomo, Rebbio sono presenti sia Religiose che Religiosi; nel nuovo Consiglio Direttivo della Caritas Diocesana sono presenti 1 Religioso e 2 Religiose; nella Caritas cittadina: 1 Religioso e 2 Religiose; nella Pastorale dei migranti: una suora scalabriniana si sta impegnando in modo specifico; nella Pastorale della Salute: è già stata data la disponibilità da parte delle Religiose, anche se ancora non c’è stata alcuna convocazione dell’Ufficio Sanità; nel Centro Missionario: si prevede l’inserimento di un Religioso; nella Pastorale giovanile/vocazionale c’è la collaborazione di alcune Religiose; nella Pastorale della Scuola/Università: Don Andrea Messaggi conferma di essersi posto in questa linea e di vedere come organizzare la presenza di qualche Consacrato in tale importante ambito.
Viene messa in luce anche l’esperienza delle Religiose che stanno dedicando particolare attenzione al Carcere del Bassone. La presenza dei Monasteri di clausura (Visitazione/Benedettine/Cistercensi) inoltre, è un’altra grande ricchezza da valorizzare.
A conclusione del suo intervento, padre Luigi chiede ai presenti di dare il proprio contributo a un domanda di fondo: come Religiosi cosa possiamo “essere” e “fare” (al di là del proprio carisma) nella Chiesa locale?

Mons. Flavio Feroldi prende la parola e afferma che in Diocesi, circa otto anni fa, c’è stato il passaggio dalle Zone pastorali ai Vicariati. Le Zone pastorali avevano un compito prettamente organizzativo e il Vicariato coordinava in modo prioritario la formazione quindi vi era in esso la rappresentanza delle varie figure volta a sostenere tale realtà, ora invece, c’è questa nuova idea di Vicariato. Specie per ciò che riguarda Como – città ove convergono molteplici e variegate realtà – scaturisce il compito di focalizzare bene il coordinamento cittadino. Occorre conoscersi per mettersi in rete, collaborare, valorizzare le forze di ciascuno; individuare per la città una capacità di evangelizzazione che fa fatica ad esserci e a penetrare in tutti gli ambiti della vita; è indispensabile sostenere la chiesa Como nella città stessa, essere una “voce” viva che pare invece non esista sui giornali, nei mass media, nella politica ecc. E’ urgente dunque, promuovere insieme la formazione dei laici perché possano poi entrare, in modo propositivo, nella realtà concreta. Don Flavio conclude l’intervento ribadendo che il desiderio fondamentale è quello di non disperdere la ricchezza del Vicariato, di essere più uniti per affrontare le “urgenze” specie sulla città.
In altri termini: sia una chiesa che sappia anche sostenere, con coraggio e determinazione, specifiche realtà in campo educativo, assistenziale ecc.: asili, case di riposo ….

Don Alfonso Rossi osserva che la nostra azione non deve essere solo di tipo sociale, ma deve lasciar trasparire una testimonianza di servizio, una presenza carismatica. Da questa premessa, nasce l’esigenza di fermarsi per ascoltare la Parola, avere dei momenti specifici di preghiera comunitaria in modo costante; coinvolgere religiosi/e e trovarsi insieme, ad esempio, per la veglia di Pentecoste in cui invocare il dono dello Spirito Santo… Riprende un’osservazione del Vescovo: i bambini/i ragazzi come sentiranno chiamata alla vita consacrata se non vedono mai un prete, una suora, un missionario? Maggiore visibilità e presenza …

Suor Franca Vendramin riprende questo intervento, affermando che, forse, non si tratta di inventare cose nuove o di aggiungerne molte altre, quanto di valorizzare alcune esperienze già in atto, specie a livello cittadino. Alcuni esempi. Le religiose, da circa tre anni, si incontrano a pregare con le Monache di clausura della Visitazione (ogni I° giovedi del mese, dalle 20.30 alle 21.30) ed è un momento bello aperto a tutti; così pure diverse religiose partecipano all’Adorazione Eucaristica animata dai Seminaristi (ogni II° martedi del mese, dalle 21.00 alle 22.00); altre abitualmente si recano in Cattedrale, nei giorni festivi, per la preghiera del Vespro con i Canonici: occasioni e tempi già esistenti, a cui sono stati invitati ripetutamente, tutti coloro che desiderano ritrovarsi insieme col Signore nell’unica chiesa. Suor Franca evidenzia inoltre l’importanza di avere l’accompagnamento orante delle Monache di clausura nelle varie iniziative che si intraprendono – anche l’incontro di quest’oggi – soggiunge, è da loro seguito e sostenuto, come la presenza in carcere delle religiose è condivisa dalle Sorelle claustrali. In definitiva, sottolinea, almeno una piccola rappresentanza delle diverse Comunità Religiose residenti in città o nei paesi vicini, potrebbe essere presente in tali momenti.

Suor Marilena Beretta si inserisce nel dialogo dicendo che, a livello di parrocchia, occorre guardare con attenzione all’interno e scoprire le risorse che già esistono. Ci sono religiose che, proprio a causa dell’età avanzata, non possono fare grandi cose, ma se nelle comunità vengono organizzate alcune esperienze, queste religiose potrebbero essere di grande aiuto. Ricorda un’esperienza felice in tal senso quando, nei tempi forti dell’anno liturgico, ci sono stati i Centri di Ascolto della Parola sparsi in vari punti del territorio (anche se purtroppo non hanno avuto seguito). La vita religiosa, forse, si trova ad essere fatta per lo più da persone anziane, ma se queste hanno vissuto fortemente la propria consacrazione possiedono risorse significative che andrebbero riscoperte, accolte e la gente, afferma suor Marilena, si accorge della “concretezza” della loro fede…
Suor Maria Galeaz riprende il valore della conoscenza reciproca che anche da questo incontro sta ricevendo un forte impulso. La sua comunità è formata da 3 religiose e 2 educatrici laiche che condividono la vita con una decina di ragazze con particolari problemi. Pur essendo solo un piccolo “seme” che sperimenta tutta la fatica dell’inserimento nel tessuto sociale ed ecclesiale, di recente, l’aver potuto far partecipare le ragazze ai campi invernali organizzati dalla parrocchia, ha fatto nascere un’ “alleanza” tra la parrocchia e la comunità. Nel quotidiano, si cerca di far emergere tutto il bene e il positivo che queste giovani possiedono e tale testimonianza può ingenerare in altre persone, il desiderio di prendersele a cuore, favorendo così la crescita della carità sul territorio e nella parrocchia stessa.
Padre Francesco Gonella ribadisce che, in linea con quanto si sta dicendo, c’è un’ “occasione d’oro” per sentirci corresponsabili nella chiesa locale: il Sinodo. E proprio perché vogliamo essere presenti nel cammino della Diocesi – dice padre Francesco – ci sarà una fase del Sinodo (da giugno a gennaio) in cui. saremo chiamati a rispondere a degli interrogativi ben precisi che si stanno preparando. A questo proposito, chiede al Delegato della Vita Consacrata di essere quanto mai incisivo nelle Comunità Religiose: non bisogna partire con altre iniziative.

Padre Luigi Zucchinelli risponde a tale appello ribadendo quanto sia importante fare le domande agli altri purchè sia possibile anche “ascoltare” le domande degli altri. Le Segreterie CIIS CISM USMI si incontreranno, a breve, per programmare l’Assemblea di Nuova Olonio e sicuramente non ci sarà un tema diverso rispetto a quello del Sinodo.

Suor Romana Grisetti coglie la bellezza del ritrovarsi insieme e il valore di sentirsi accolte e stimate anche per l’età che ciascuna ha …. Nella sua Comunità vi sono “forze” (religiose) giovani che possono lavorare all’esterno, ma c’è un buon gruppo di suore anziane: se sappiamo valorizzarle – afferma la superiora – se le stimoliamo a pregare per la chiesa, se facciamo loro percepire di essere ancora valide per il bene della chiesa stessa allora ci si sente davvero tutte insieme “parte viva”. Suor Romana inoltre, comunica che partecipa a un gruppo familiare ed è un’esperienza molto positiva: forse è giunto il tempo in cui, conclude, in accordo col parroco, dovremmo essere noi consacrati ad uscire e ad andare nelle famiglie per annunciare il Vangelo. La nuova evangelizzazione andrebbe pensata e vissuta “insieme”.

Don Davide Patuelli sostiene che la vita religiosa deve ancora svestirsi di un certo “castello” che si è costruita ed essere più inserita nella chiesa locale. Per decenni si è percepita come un’isola autosufficiente senza interessarsi dei rapporti con l’esterno: c’è una mentalità da costruire e non è facile tuttavia è un passo indispensabile che va compiuto. E’ importante la presa di coscienza del proprio carisma che ci è stato dato in dono: occorre partire da questo dono e con esso siamo invitati a quel particolare servizio che si realizza nella chiesa locale. I religiosi hanno già tanto lavoro da svolgere nella propria realtà quindi devono sentirsi liberi di aderire alla molteplicità di proposte che ci sono. Personalmente, riconferma don Davide, avverte la necessità di approfondire questa consapevolezza: la presa di coscienza del carisma che è stato dato per la costruzione della chiesa locale. In particolare poi, considerando le nostre Case e le opere in esse svolte, emerge che sono un punto di riferimento significativo per il volontariato. Nel volontariato e attività affini, c’è uno sbocco concreto ed una forte possibilità di collaborazione con la chiesa locale: ragazzi e adulti che chiedono di fare esperienze di volontariato provengono dalle parrocchie, dai movimenti, dalla città… E’ bello veder nascere in questo modo il volontariato e sicuramente noi religiosi siamo aperti a questo tipo di collaborazione.

Don Remigio Oprandi ringrazia per l’ incontro che si sta realizzando tra Vicari e Religiosi. Essendo stato per 15 anni presidente della CISM lombarda, ricorda la fatica personale fatta ogni qualvolta si trattava di riunire i Superiori Provinciali anche se, a livello di Lombardia, si registravano le maggiori presenze da parte delle Diocesi di Como, Bergamo, Brescia.
Val la pena riprendere questo cammino, sottolinea don Remigio: siamo e ci sentiamo chiesa e si cerca, come meglio possibile, di essere presenti in Parrocchia e nel Vicariato. Certamente come religiosi, superiori o direttori di attività, si hanno responsabilità precise di una casa, degli ospiti coi loro familiari, dei dipendenti …e questa porzione del popolo di Dio ha diritto di avere in noi il proprio riferimento sicuro.
Don Andrea Messaggi prende la parola dicendo che, a livello di città, secondo il suo parere, non bisogna aggiungere “cose” bensì sostenerci in un lavoro che già si fa. Occorre sviluppare una maggiore conoscenza, stima, sostegno reciproco (vedi ad esempio nelle realtà educative dove è consistente la nostra presenza): lavorare di più “insieme” relazionandosi maggiormente. L’altro aspetto su cui anche i religiosi hanno un forte impegno è quello della carità. Nell’équipe della Caritas cittadina, il mettere una maggiore presenza religiosa sta a significare il tentativo di portare la propria testimonianza per passare dall’emergenza alla quotidianità. Raccontare esperienze … far capire cosa può generare un’esperienza cristiana altrimenti, specie i giovani, che cosa possono vedere? Capire? Coordinare meglio, far emergere, proporre continuamente esperienze, il carisma che va incontro a determinati bisogni … I Consacrati dovrebbero mettere in rete patrimoni e capacità in cui il loro impegno è già consistente, ma non è altrettanto presente come visibilità. In altri termini: saper mostrare come si va incontro alle povertà attuali sempre a partire da quello che già si sta facendo. Certamente, con l’opportunità del Sinodo, sarà ancora più possibile proporre e fare tutto questo.

Suor Giglia Tassis ringrazia specie per gli ultimi interventi e presenta la sua attuale Comunità composta da suore che operano in una Casa vincenziana esistente in città da oltre 100 anni. In molta parte di Como quando si parla di “carità”, si fa riferimento alle suore vincenziane. Dal canto nostro, osserva suor Giglia, ci sentiamo “parte” della parrocchia, parte della chiesa madre: la nostra attività è un servizio, è un far conoscere i poveri … con l’entusiasmo di cui siamo capaci. Di frequente, le persone ci ringraziano per quel che facciamo e ciò significa, penso, che diamo ancora un messaggio e che vogliamo essere una presenza di carità secondo il nostro carisma.
Suor Anna Lorusso dice che la propria Comunità è composta da 8 Suore con un’attività intensa: scuola materna, nido, ambulatorio medico, servizio in parrocchia. Rimarca però, che si cerca di essere sempre aperti al territorio, alla parrocchia. La parrocchia ha tante attività, la Casa delle Suore è un po’ più riservata per cui è sempre a disposizione quando viene richiesta per specifici incontri o attività. Anche un gruppo di vincenziani è seguito dal parroco stesso.

Sr. Virginia Borelli afferma che, pur avendo solo una Comunità presente in Diocesi, come Suore Paoline è loro impegno cercare di “fare la carità nella verità” e di aver bisogno quindi che altri collaborino insieme in questa non facile missione.

Suor Bruna Barolo nel suo intervento, dice che la comunità guanelliana in cui risiede, è una RSA che ospita oltre un’ottantina di anziane/ammalate però, nel limite del possibile, permette ad alcune Sorelle di lavorare nella Chiesa locale: una suora brasiliana da oltre 18 anni, gestisce quotidianamente la mensa dei poveri, un’altra suora lavora nella pastorale giovanile/vocazionale, suor Franca in diversi ambiti a livello diocesano. Personalmente poi, suor Bruna ha dato la propria disponibilità a far parte della nuova équipe dell’Ufficio Salute, anche se finora non c’è stata alcuna convocazione.

Don Emanuele Corti sente il bisogno di ringraziare per la bellezza della Chiesa perché insieme si manifesta con maggiore chiarezza. Riconosce che là dove manca la presenza religiosa, la chiesa è più povera. La visibilità della vita consacrata poi, potrebbe suscitare nei giovani il desiderio di abbracciare questa scelta di sequela radicale di Cristo. Nel Vicariato di cui è responsabile, dice di essere solo da poco tempo in contatto con le religiose, tuttavia considera molto importante la loro presenza nel Consiglio Vicariale. Non da ultimo, ribadisce che lo stile di vita comunitaria che caratterizza i consacrati, potrebbe essere davvero una testimonianza coinvolgente in questi organismi ecclesiali di comunione.

Padre Luigi Zucchinelli riprende la parola proponendo ai presenti una breve sintesi riguardo i principali punti emersi nell’incontro odierno.
– Come Consacrati siamo chiamati a sentirci “corresponsabili” di questa Chiesa e in essa dobbiamo vivere secondo il nostro carisma, altrimenti rischiamo di essere insignificanti.
– E’ stato proposto un elenco di alcuni servizi (organismi ecclesiali di comunione) in cui possiamo inserirci e collaborare perché se c’è la possibilità di dare un aiuto lo dobbiamo dare con generosità; dobbiamo anche saper essere più vicini a chi ha degli incarichi in speciali ambiti della nostra Diocesi.
– Si tratta di “conoscerci di più” per “dedicarci di più” …
– Certamente è indispensabile il sentirsi accolti, ma dobbiamo anche aprirci alla Chiesa. È finito un certo modo “chiuso” di vivere la vita religiosa: lo stile di oggi ci chiede corresponsabilità, esige una crescita nella stima e nel sostegno reciproco.
– Ci sono già delle occasioni privilegiate per la preghiera in comune, per l’ascolto della Parola: perché non inserirsi in esse con maggiore disponibilità?
– Occorre portare il nostro contributo nelle Parrocchie allora anche la nostra presenza diventerà significativa a livello vocazionale.
– Il Sinodo è un’occasione privilegiata, da non perdere … come parte irrinunciabile di questa corresponsabilità.
– In definitiva: che cosa concretizzare di questo incontro? La risposta è chiara: deve uscire una “Chiesa bella” e qui in Como la Chiesa è “bella” proprio per la ricca presenza e potenzialità di tutti questi carismi.
Il Vicario Foraneo don G. Luigi pone, allora, un ulteriore interrogativo: come continuare il cammino?
Ci sono da valutare alcune proposte.
I. Proposta.
Si vuole dare una regolarità a questo tipo di incontri come quello posto in atto oggi? Si è del parere che il coordinamento cittadino si riunisca, un paio di volte all’anno, con i Consacrati?
Tutti i presenti concordano di continuare il cammino intrapreso sia nella modalità come nella frequenza degli incontri indicata.
II. Proposta.
Si accoglie la proposta di don Andrea Messaggi: la vita consacrata entri il più possibile a far parte nella Caritas cittadina?
Si condivide questo orientamento e si affida a don Andrea l’approfondimento e lo studio di concrete piste di attuazione.
III. Proposta.
Va definito un calendario comune di celebrazioni (eventi) per la città che poi dovrà necessariamente essere sentito e vissuto come un riferimento chiaro a cui aderire. In questa ottica, ad esempio, per quanto riguarda la preghiera, non possiamo trascurare una presenza di preghiera “unica”: quando il Vescovo presiede delle Celebrazioni.
– E’ da ripensare la Celebrazione del 2 febbraio (Giornata Mondiale della Vita Consacrata) sia nelle modalità come nel coinvolgimento del popolo di Dio.
Il calendario, secondo determinati criteri, andrà studiato e poi presentato da mons. Flavio Feroldi.
Don Alfonso Rossi fa un ulteriore intervento dicendo che è auspicabile ed è positiva la presenza dei sacerdoti religiosi agli incontri dei sacerdoti diocesani (mensili/bimensili).
Don Marco Pessina, invece, richiama l’attenzione sulla Veglia di Pentecoste che, a suo parere, sarebbe bene fosse celebrata insieme.
Mons. Flavio Feroldi chiarisce che la celebrazione della Veglia di Pentecoste che è stata demandata ai Vicariati perché esplicitamente richiesta, ma si potrebbe riconsiderare l’opportunità della sua celebrazione in Duomo.
Coglie l’occasione per fare un’altra proposta: il 31 maggio – Solennità del Corpus Domini – si è del parere che sia celebrata la S. Messa Solenne presieduta dal Vescovo, alle ore 18.30, cui far seguire la Processione Eucaristica fino alla Chiesa di S. Cecilia?
Si valuterà prossimamente la fattibilità di tale proposta.

Padre Luigi Zucchinelli lancia l’iniziativa promossa dalle Religiose, in sinergia con le altre Segreterie: 25 aprile, Giornata di formazione e di fraternità, rivolta in particolare ai Consacrati/e di altre nazionalità (in questa stessa Casa ove si sta svolgendo il nostro incontro). Si allega il programma-invito (cfr. Allegato n° 2).
E’ una proposta “a due facce”: di preparazione al mese mariano (maggio) in quanto il relatore mons. Saverio Xeres tratterà il tema “La devozione mariana nella storia della Chiesa” e anche vorrebbe essere una testimonianza concreta di come i Religiosi/e vivono in comunità con consacrati di altre culture e nazionalità.
Alle ore 17.00, il Delegato della Vita Consacrata, richiama il valore della “revisione” che ogni incontro esige quindi invita i partecipanti ad esprimere le proprie impressioni/valutazioni su quanto si è vissuto durante il pomeriggio. Emergono: soddisfazione, positività, condivisione serena. Un buon auspicio dunque per il cammino futuro …
Con gioia fraterna i presenti si uniscono nella preghiera di chiusura: quella del Sinodo. Vicari Foranei e loro collaboratori, Religiose e Religiosi: fragili strumenti … ma rafforzati nella fiducia di essere stati comunque scelti dalla Provvidenza ad essere Testimoni e annunciatori della Misericordia di Dio in questa porzione di Chiesa di Como.
Verbalizzante
Suor Franca Vendramin
Delegata USMI Diocesana
Mons. Flavio Feroldi Padre Luigi Zucchinelli, sx
Arciprete del Duomo Delegato Diocesano per la VC
Como, 5 Aprile 2018