Ordo Virginum

L’Ordo virginum della Diocesi di Como

CHI SIAMO

L’Ordo Virginum, è l’insieme delle donne che, dentro la Chiesa locale e la realtà del mondo in cui vivono, hanno accolto la chiamata divina a seguire più da vicino il Signore, in particolare nell’impegno della verginità consacrata, quale segno della Chiesa sposa, pronta per il suo Sposo. A questo scopo sono consacrate dal Vescovo diocesano con un Rito specifico.

Ogni vergine consacrata vive la sua vocazione in rapporto stretto con il popolo di Dio in cui è inserita e il suo Pastore, ovvero con il Vescovo e la chiesa diocesana.  Scegliendo di vivere in una condizione normale di vita, accanto agli altri uomini, fa del mondo un luogo propizio di testimonianza e di servizio.

Le vergini consacrate di Como, rileggendo la loro esperienza alla luce della Tradizione, hanno riconosciuto come loro identità specifica quella di essere: sposa di Cristo, madre nello Spirito, figlia della Chiesa e sorella degli uomini, attraverso il dono di sé, senza riserve, a Dio e ai fratelli.

 

Vergine sposa
“In Te, Signore, possiedano tutto,
poiché hanno scelto Te solo al di sopra di tutto”.
Dal Rito di consacrazione

Il Rito di consacrazione delle vergini è un “rito nuziale” in cui Dio unisce la vergine con indissolubile vincolo al suo Figlio, elevandola alla dignità di “sposa di Cristo”.

La vergine, per quella fiamma che il Padre misericordioso ha acceso nel suo cuore e continua ad alimentare, sceglie Cristo Signore come unico fine della sua vita e dei suoi sentimenti.

Con il santo proposito essa esprime la sua risposta alla chiamata ad appartenere con cuore indiviso a Cristo, Sposo della Chiesa. Da quel giorno porta lo stesso titolo che è proprio della Chiesa ed “è chiamata ad essere una speciale immagine escatologica della Sposa celeste e della vita futura, quando finalmente la Chiesa vivrà in pienezza l’amore per Cristo Sposo”.

 

Madre nello Spirito
“Voi, che siete vergini per Cristo, diventerete madri nello Spirito,
facendo la volontà del Padre, cooperando con amore,
perché tanti figli siano generati o ricuperati alla vita di grazia”
Dal Rito di consacrazione

La vergine consacrata, seppure rinuncia al matrimonio e alla maternità fisica, non rinuncia però alla maternità spirituale, che consiste “nella singolare disponibilità a riversare l’amore sponsale su quanti si trovano nel raggio della propria azione” (Giovanni Paolo II, Mulieris dignitatem, 21).

 L’Omelia del Rito esemplifica alcune delle molteplici possibili manifestazioni di maternità spirituale: “Amate tutti e prediligete i poveri; soccorreteli, secondo le vostre forze; curate gli infermi, insegnate agli ignoranti, proteggete i fanciulli, aiutate i vecchi, consolate le vedove e gli afflitti” .

 

Figlia della Chiesa
“Figlie dilettissime… la santa madre Chiesa
vi considera un’eletta porzione del gregge di Cristo”
Dal Rito di consacrazione

Quale “figlia dilettissima”, la vergine consacrata riceve dalla Chiesa sua Madre le cure amorevoli che essa elargisce a tutti i suoi figli: il nutrimento della Parola e del Corpo di Cristo, l’amore misericordioso per i peccatori, la guida sicura per poter seguire lo Sposo con fedeltà, il dono dello Spirito per poter amare senza riserve i fratelli e agire sempre per il bene del popolo di Dio, la comunione dei santi e della comunità parrocchiale e diocesana, su cui poter contare per condividere le gioie e sostenere le fatiche della vita spesa per il Regno.

Nella sua vita è chiamata ad imitare Maria Santissima, Madre di Dio: “Siate di nome e di fatto ancelle del Signore a imitazione della Madre di Dio. Integre nella fede, salde nella speranza, ferventi nella carità” (RCV 29).

 

Sorella dell’umanità
“Carissimi nel Signore, queste nostre sorelle
che oggi ricevono la consacrazione verginale…
provengono dalle vostre famiglie: sono figlie e sorelle,
a voi congiunte da una consuetudine di lavoro e di vita”
Dal Rito di consacrazione

La vergine consacrata è e rimane donna intimamente legata al popolo, di cui è figlia e a cui continua ad appartenere come “sorella” tra tanti uomini e figli di Dio.

La sua condizione è normalmente assimilata a quella di tutte le donne del suo tempo e del suo ambiente: abitazione, lavoro, abito, stile esteriore di vita non la distinguono.   La sua condizione di vita tipicamente “secolare” la porta a farsi “sorella” di ogni uomo, a partire da quelli con cui condivide la vita quotidiana e dai più bisognosi che incontra sul suo cammino, vivendo appieno la vocazione femminile a farsi carico dell’umanità, ricordata dal Papa Giovanni Paolo II nella Mulieris dignitatem (n. 30).

Pur non assumendo una forma di vita comunitaria obbligatoria, la vergine consacrata impegna il meglio delle sue forze e della sua capacità di amare per realizzare una fraternità gioiosa e autentica con le altre vergini dell’Ordo: “questa stessa vita fraterna è profezia in atto nel contesto di una società che, talvolta senza rendersene conto, ha un profondo anelito ad una fraternità senza frontiere” (Vita consecrata, 85).

 

Nel cuore della Chiesa e del mondo
“Ricordatevi che siete legate al servizio della Chiesa e dei fratelli:
perciò, esercitando il vostro apostolato nella Chiesa e nel mondo,
nell’ordine spirituale e materiale, la vostra luce risplenda davanti agli uomini,
perché sia glorificato il Padre che è nei cieli
e si compia il suo disegno di riunire in Cristo tutte le cose.”
Dal Rito di consacrazione

Il riferimento alla Chiesa diocesana e al suo Vescovo è un elemento qualificante e un sostegno di massima importanza per la vita e la missione della vergine consacrata.  Lungi dall’isolamento e dalla chiusura nell’orizzonte ristretto della propria vita individuale o familiare, la vergine consacrata respira e pulsa con la vita della Chiesa locale, con le sue preoccupazioni di evangelizzazione, di pastorale, di presenza e di servizio alle realtà del territorio e ai diversi ambiti della vita umana.

Si inserisce nella Chiesa diocesana secondo il suo personale carisma, mettendo tutte le sue energie a servizio degli altri e sentendosi continuamente interpellata a mettersi in gioco in modo sempre nuovo, come sposa docile e creativa che risponde con libertà e fantasia d’amore all’evolversi della situazione propria e della Chiesa e del mondo.

Lo stesso Ordo Virginum si sente parte viva e integrante della Chiesa diocesana: è presente in essa con la mente e con il cuore, ne accoglie le indicazioni pastorali e le speranze, sentendosi solidale con la storia di un popolo, amato e percepito come proprio. Si impegna in modo particolare ad essere strumento di collaborazione tra le diverse vocazioni, in tutti gli ambiti ecclesiali nei quali si trova a vivere.

Senza essere “del mondo”, proprio perché consacrata a Dio, la vergine continua a vivere “nel mondo”, fungendo da lievito nella pasta della normale vita quotidiana della gente. Nei vari ambiti in cui si trova ad operare, siano essi di tipo professionale, lavorativo, ecclesiale o sociale, si impegna ad acquisire le competenze e la formazione necessaria a rendere un servizio qualificato e a promuovere la spiritualità di comunione.

 

LA NOSTRA STORIA

L’Ordo virginum di Como nasce ufficialmente l’8 giugno 1991 con la prima solenne consacrazione verginale di sei giovani donne della Diocesi da parte del Vescovo Alessandro Maggiolini.  Prima di allora, l’esperienza dell’Ordo esisteva solo in poche Diocesi italiane, grazie alla promulgazione post conciliare del Rito specifico che la rendeva possibile concretamente. Una vocazione relativamente nuova nella Chiesa, in realtà un’esperienza antichissima che risale all’inizio del cristianesimo e si attesta come la prima forma di consacrazione verginale femminile, che precede la stessa esperienza monastica pur antica e quella delle più recenti Congregazioni religiose.

Il Rito con il quale ancora oggi si viene consacrate “Vergini spose di Cristo” risale nella sua prima forma liturgica al IV sec e, pur con diverse trasformazioni e arricchimenti, ha continuato ad essere trasmesso tra i libri liturgici, benché sempre meno usato e, a partire dal XII sec., riservato esclusivamente alle monache di clausura.  In effetti nel tempo si è cominciata ad affermare sempre più una forma di vita consacrata comunitaria, legata a particolari spiritualità o carismi; le vergini consacrate che vivevano nelle loro case e partecipavano attivamente alla vita delle comunità locali sono progressivamente diminuite fino a sparire.   Solo a metà del XX sec comincia a rifiorire questo carisma, che però fatica a riaffermarsi, perché il Rito specifico era ormai un libro inutilizzato.

Il Concilio Vaticano II accoglie questa istanza “carismatica” e dà avvio alla Riforma liturgica che, con la revisione del Rito, rende nuovamente possibile questa antica vocazione. Nel 1970 viene promulgato il Rituale latino valido per la Chiesa universale e nel 1980 è finalmente pronto anche l’adattamento per la Chiesa italiana.  Cominciano così le prime consacrazioni nelle varie diocesi; nascono anche i primi incontri tra le consacrate che aiutano a ridare forma e visibilità a questa antica vocazione.

La nascita dell’Ordo nella Diocesi di Como è stata preceduta da un periodo di gestazione impegnativo per la Chiesa madre comense: il primo gruppo di candidate si era conosciuto e frequentato sotto la guida dell’attuale Vescovo, Oscar Cantoni che allora era il responsabile dell’Ufficio diocesano per le Vocazioni e, con l’approvazione del Pastore dell’epoca, Teresio Ferraroni, dopo qualche anno, nel 1988, aveva cominciato il cammino di formazione specifico con i pochi riferimenti autorevoli del tempo (non esistevano ancora i documenti magisteriali sull’Ordo Virginum, il primo dei quali è del 2014!) ma, almeno per il consolidamento spirituale, con il prezioso aiuto di tre religiose di una congregazione diocesana che si era resa disponibile ad accompagnare le giovani in questa delicata fase iniziale.

Dal 1991, con la prima celebrazione del Rito, si sono susseguite negli anni nuove consacrazioni di una o più vergini fino al 2023: esse si sono svolte principalmente nella Cattedrale, ma anche in altre chiese significative della città di Como e di Sondrio o nelle parrocchie delle singole candidate.

 

LA NOSTRA VITA

Ogni vergine consacrata vive la sua relazione personale con Dio nella comunità cristiana, radicata nell’ascolto della parola di Dio, plasmata dall’Eucaristia e dalla preghiera, articolata in una vita di fede, di speranza e di carità. Per essere aiutata in questo, ciascuna elabora una sua essenziale “regola di vita” che definisce l’impegno assunto, col consenso del Vescovo, sia a livello spirituale sia esistenziale.

La consacrazione non esige, di per sé, nessun cambiamento esteriore di vita. Ciascuna di noi si mantiene con il proprio lavoro e continua a usufruire dei suoi beni con uno stile di vita sobrio. L’attività lavorativa è luogo di testimonianza del primato di Dio in noi. Ogni consacrata mantiene la propria abitazione, sia rimanendo nella sua famiglia di origine, sia abitando sola. È anche possibile vivere insieme ad altre vergini consacrate o in piccole comunità che si costituiscono per di forme di vita o di servizio condivise.

Le vergini consacrate non si separano dal Popolo di Dio e dal mondo, ma partecipano intensamente alla vita della Chiesa e dei propri concittadini, mantenendo le normali relazioni sociali. Per questo ciascuna di noi si dedica generosamente a servizio della Chiesa locale secondo forme e modalità diverse, che vanno dalla preghiera, all’offerta della propria situazione di sofferenza, all’assunzione di servizi specifici concordati con il Vescovo.

 

LA FORMAZIONE

Col termine formazione si intende un percorso orientato a comprendere, ad assumere, a vivere l’identità propria della vergine consacrata. Il percorso ha come meta la consacrazione al Signore secondo il Rito di Consacrazione delle vergini. E’ un itinerario costituito da 3 tappe che tengono conto delle situazioni di vita di ciascuna persona. La formazione è un insieme di conoscenze, proposte esperienziali e spirituali che vogliono aiutare la crescita umana, relazionale e di fede della persona che chiede, attraverso questo cammino di verificare la propria vocazione.

Le tappe ordinarie del percorso formativo sono:

    • Accostamento (due anni circa)
    • Formazione specifica (4 anni circa)
    • Preparazione prossima alla consacrazione

Ognuna di queste tappe si prefigge di raggiungere degli obiettivi e di assumere alcuni impegni che di volta in volta saranno verificati con il Vescovo e il suo Delegato per il passaggio alla tappa successiva.

L’accostamento consiste in un progressivo avvicinamento e conoscenza dell’esperienza dell’Ordo diocesano, attraverso lo studio dei documenti fondativi e esperienze di fraternità.

La formazione specifica ha la durata di 4 anni, ed è esplicitamente rivolta allo studio e all’approfondimento della vita consacrata secondo l’Ordine delle Vergini, di temi teologici, pastorali e spirituali, insieme a una serie di proposte esperienziali.

Al termine la candidata verifica il cammino fatto e, convalidata la decisione, inizia il tempo della preparazione prossima, prepara la domanda di ammissione da presentare al Vescovo e decide con lui la data della consacrazione. Con la Consacrazione la candidata entra a far parte a tutti gli effetti della vita dell’Ordo.

La formazione non termina con il Rito di Consacrazione, perché è sempre necessario prendersi cura della propria risposta alla chiamata del Signore. Per questo l’Ordo diocesano propone il tempo della formazione permanente, una programmazione formativa comune che viene elaborata all’inizio di ogni anno pastorale dalle consacrate e verificata alla fine dello stesso anno. Questo non esclude che ogni consacrata debba essere protagonista attiva della propria formazione personale secondo la sua sensibilità e inclinazione.

 

L’ORDINE DELLE VERGINI NEL MONDO E IN DIOCESI

L’Ordo Virginum è presente nei continenti di tutto il mondo. Nel 2020 si contavano circa 5000 vergini consacrate.  E’ dal 1995 che queste donne hanno cominciato a conoscersi e a frequentarsi, grazie all’organizzazione degli Incontri Internazionali, promossi dalle Vergini italiane.  Fino ad oggi ne sono stati fatti tre sempre a Roma con la partecipazione di numerose consacrate da varie Nazioni. Era previsto per maggio 2020 un nuovo Incontro internazionale, ma è stato sospeso per la pandemia.

In Italia le prime consacrazioni si sono svolte negli anni ’70 e da allora questa forma di vita si è sempre più diffusa nelle varie diocesi del Paese. Gli ultimi dati del 2019 ci dicono che il numero delle consacrate ha raggiunto 776 unità, anche se un’ottantina sono già decedute. Più di 100 sono le donne in formazione, sparse un po’ in tutt’Italia.   L’Ordo, infatti, è presente in 119 Diocesi sulle 225 in cui è suddivisa la Nazione. Nel 1993 è stato fondato il Gruppo per il Collegamento, un organo che intende sostenere lo scambio tra le consacrate delle varie Diocesi italiane, offrire riferimenti e sussidi, organizzare Incontri nazionali annuali. Esso è diventato anche interlocutore ufficiale nel rapporto con i vescovi della CEI.

Nella diocesi di Como, l’Ordo esiste dal 1991; il Rito è stato celebrato in Diocesi otto volte, l’ultima delle quali il 16 aprile 2023 dal vescovo Oscar card. Cantoni. Attualmente le vergini consacrate sono 19.

CONTATTI
e-mail: ordovirginum@diocesidicomo.it
delegato vescovile per l’Ordo Virginum della Diocesi di Como: don Ivan Salvadori (e-mail: ivansalvadori@virgilio.it)

 

Qui è possibile trovare i Lineamenta dell’Ordo Virginum della diocesi di Como (2009)